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COS'E' LA TANTO NOMINATA POSIZIONE A M?

👉🏻 Detta anche “spread squat position” o posizione del fantino, è quella in cui il bebè sta con le gambine divaricate e le anche piegate, in modo tale le ginocchia siano leggermente più alte del glutei.

👉🏻 È semplicemente la posizione che i bebè assumono naturalmente quando sono in braccio.

👉🏻 Per vedere il VIDEO, clicca QUI

L’articolazione dell’anca (o coxo-femorale) è molto importante perché ci permette di sostenere il peso del corpo nella stazione eretta e di sopportare forze anche superiori al peso corporeo, come quelle determinate da movi- menti quali la corsa o il salto. È formata dalla testa del femore e dall’acetabolo, tenute in posizione dai legamenti; per farcene un’idea pensiamo semplicemente a una sfera (la “testa del femore”) che ruota alloggiata all’interno di una cavità a forma di coppa (l’“acetabolo", anch'essa di forma sferica.


Per cause genetiche o ambientali, questa articolazione può essere afflitta da alcune patologie; tra le più conosciute vi sono la displasia e la dislocazione dell’anca, che si manifestano in deformazioni dell’acetabolo o nella fuoriuscita dalla cavità articolare verso l’alto della testa del femore, che non trova più sostegno all’interno della coppa. I sintomi caratteristici di queste patologie sono il ritardo nella deambulazione e la claudicazione.

Alcune lievi instabilità dell’anca sono molto comuni fra i neonati; i casi di displasia che richiedono un trattamento perché gravi si riscontrano invece nella misura di 2-3 bambini su 1000 e in prevalenza nelle bambine (il rapporto è 1:4). Cerchiamo di capire, riportando informazioni dal sito dell’International Hip Dysplasia Institute (IHDI)3, che cosa può accadere e come si può prevenire laddove non è genetica.

Quando il bambino è nella pancia della mamma, sta per molto tempo in queste posizioni, con le gambine piegate in alto e incrociate:

 

Dopo la nascita, come potete immaginare, serve un po’ di tempo (ancora di più ai podalici) perché il bambino arrivi naturalmente a stirare le articolazioni. 

Se si costringono le gambine ad assumere una posizione allungata troppo presto, le anche (non ancora mature e in morbida cartilagine) vengono forzate e vi è il rischio di provocare le malformazioni prima descritte.

Per essere più chiara, ecco un disegno:

 

È importante sapere che i bambini, molto più snodati e flessibili degli adulti, possono non avvertire dolore quando la postura è forzata. Per questo motivo i sintomi di eventuali patologie spesso sono riconosciuti tardi, nel momento in cui il bambino inizia a camminare.

Come per la colonna vertebrale, bisogna quindi prestare attenzione alle anche soprattutto nei primi mesi di vita: l’IHDI specifica che, a partire dal sesto, esse sono più sviluppate e i legamenti più forti, quindi i rischi diminuiscono. La posizione più dannosa da evitare, fasciando o anche portando il bambino, è quella in cui le gambine sono unite e costrette in estensione con anche e ginocchia tese, cioè opposta a quella fetale (come nella figura a destra). Il rischio per le anche è tanto più grande quanto più a lungo viene tenuta la posizione. È corretta, invece, quando le anche sono naturalmente divaricate, con le cosce sostenute dal supporto e le ginocchia piegate.

 

In questa posizione, chiamata “a M” o “divaricata piegata” (definita spesso con il termine inglese Spread Squatting Position), il peso del bambino viene ben scaricato senza generare pressione sulle anche.

Secondo l’IHDI, le posizioni nelle quali è garantito un movimento libero delle anche sen- za forzatura promuovono un sano sviluppo di queste articolazioni. È stato osservato, infatti, che nelle culture in cui per tradizione i bam- bini vengono contenuti in posizione innaturale (per il trasporto, ad esempio, nei supporti chia- mati papoose, dove il bimbo è fasciato stretto e caricato sulla schiena) vi sono molti più casi di displasia all’anca rispetto alle culture in cui i bambini sono portati con le anche divaricate. Per questo motivo, quando si fascia un bam- bino (lo swaddling, abitudine che sta andando molto di moda negli Stati Uniti), bisogna far sì che le gambine siano lasciate libere di muoversi e non costrette.

 

L’IHDI ha osservato che spesso non solo i portabebè, ma anche alcuni modelli di seggiolino per auto e altri oggetti di uso comune, come ad esempio altalene elastiche e sdraiette, non garantiscono una giusta posizione alle articolazioni del bambino. Nelle illustrazioni di seguito vedete in concreto che cosa viene raccomandato nello specifico per i portabebè. Sono presi ad esempio due supporti comunemente utilizzati, il marsupio e un modello di sling (Pouch) e mostrato come posizionare il bambino in modo tale che gravità e massa non forzino su punti delicati.

Nell’illustrazione riferita alla sling, viene rappresentato sopra un bambino costretto con le gambe chiuse. Oltre a poter procurare problemi alle anche, tale posizionamento comporta il rischio di ostruzione delle vie respiratorie, con conseguente rischio di soffocamento.

Nell'immagine inferiore, vediamo un esempio di bambino correttamente posizionato a M, dove anche (e vie respiratorie) sono al sicuro.

Per vedere il VIDEO, clicca QUI

Fonte: International Hip dysplasia institute, "Lasciati abbracciare!" (ed. Trevisini)

 

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