Il testo dell’OMS spiega: “La KMC è la cura del neonato pretermine posto a contatto pelle a pelle con la madre. È un metodo efficace e di facile uso per promuovere la salute e il benessere sia dei neonati pretermine che di quelli a termine”.
Salute e benessere sono le due parole chiave e sono strettamente collegate. La Kangaroo ha a che ve- dere con la qualità dell’assistenza, è un metodo che si inserisce nel piano di terapia del bambino prematuro. Promuove la stretta vicinanza e il contatto mamma-bambino, partendo dalla convinzione che i due non debbano essere separati dopo la nascita. È inoltre di aiuto in un periodo difficile non solo dal punto di vista sanitario ma anche emotivo, per tutta la famiglia.
Le caratteristiche principali della KMC sono:
- Contatto pelle a pelle fin dalla nascita, continuo e prolungato tra madre(o padre) e bambino; può durare, a seconda dei casi, da un’ora a idealmente 24 ore. È importante che il contatto avvenga a pelle nuda.
- Allattamento esclusivo al seno (optimum)8; il latte materno è fondamen- tale sia per lo sviluppo sia per la protezione immunitaria del neonato. È provato che grazie all’intimo contatto con il bambino (requisito della KMC) la mamma produce più latte.
- Inizia in ospedale e si può continuare a casa; rispetto alle cure convenzionali dove spesso la mamma è lontana dal bambino (in incubatrice), la KMC è un metodo che promuove la vicinanza e la conoscenza mamma-bambino. Inizia sotto la supervisione medica e può essere continuata a casa con mutuo beneficio.
- Dimissione precoce; rispetto ai metodi convenzionali, la KMC consente una riduzione dei tempi di ritorno a casa.
- Supporto e follow up; una volta a casa le madri sono seguite e continuano il follow up come da indicazioni mediche.
- È un metodo non invasivo, efficace, di facile applicazione e che mette in primo piano l’aspetto umano della cura.
Nei contesti in via di sviluppo, dove spesso mancano le cure assistenziali di base, la KMC viene attuata con il metodo continuo: la mamma e il bambino stanno a contatto il più possibile, fino a 24 ore, in modo tale che la mamma possa favorire la termoregolazione nel neonato e fungere da incubatrice.
Nei contesti occidentali definiti high settings, dove cioè sono garantiti avanzati centri di assistenza di terapia intensiva, viene invece prevalentemente applicato un metodo canguro a intermittenza, cioè con sessioni lunghe ma non continuative di 24 ore.
In Italia sono finalmente molte le strutture ospedaliere che abbracciano l'approccio ad alto contatto, non solo per i prematuri, segno concreto di un'attenzione sempre più alta e sensibile verso la Nascita.
Estratto dal Libro "Lasciati abbracciare" di Licia Negri